“Passat lu tempu come la bulvura” narat su cadduresu,
“lu tempu veni e passa come a maju li fiori” narat ancora su gadduresu. Così
sono passati 20 anni dalla nascita della Compagnia Teatrale e siamo ancora qui.
Fatto non straordinario ma sicuramente non molto comune perché nelle nostre
realtà i fenomeni aggregativi hanno di solito poca durata. E’ un po’ nella
natura di noi sardi quello di essere portati all’individualismo e alla
disgregazione, come ebbe già a rilevare diversi secoli fà il re di Spagna Carlo
V, che ci definì sprezzantemente “pocos, locos y malunidos”. Ma noi ci siamo
scrollati di dosso questo anatema e dopo 20 anni siamo ancora qui con il peso
degli anni addosso, ma sicuramente vivi e sempre pieni di entusiasmo.
Gli immancabili momenti di crisi li abbiamo sempre
superati con buona volontà e spirito di tolleranza.
Raggiunto questo primo traguardo, pensiamo ora
all’avvenire per fare in modo che questa bella esperienza continui per tanti
anni ancora.
E perchè questo avvenga bisogna pensare agli
avvicendamenti, al ricambio generazionale. Non tutti i componenti di oggi
infatti potranno svolgere l’attuale ruolo per altri 20 anni: chi prima chi dopo
dovremo cedere il passo perché su tempus
passat e in palas de s’omine pesat che crastu.
Per questo bisogna pensare che la Compagnia Teatrale
è un bene di tutti, appartiene al paese e per questo tutti la devono vedere
come un’attività positiva e quindi degna di essere conservata.
Bando perciò a qualsiasi forma di invidia o comunque
di astio e si collabori tutti assieme per il bene del paese, anche in queste
piccole cose.
E’ perciò fatto appello ai giovani che volessero
partecipare a questo progetto e che volessero mettere in gioco se stessi, di
farsi avanti, di manifestarsi e si sarà ben felici di inserirli gradualmente
nell’organico della Compagnia.
L’unica cosa che si chiede è serietà e affidabilità
nell’impegno che si è assunti, senso di responsabilità e un piccolo sforzo per
studiare la parte. In cambio ci sarà da divertirsi, da girare e avere delle
belle soddisfazioni.
E’ d’obbligo infine un sentito elogio ai componenti attuali
della Compagnia. In questi 20 anni tanti giovani hanno affrontato l’esperienza
del teatro, molti sono andati via per
ragioni di lavoro o per impegni personali o familiari. La Compagnia li ringrazia
tutti con affetto perchè tutti hanno messo un tassello per la realizzazione di
questo progetto.
E un pubblico elogio va fatto agli attuali componenti
della Compagnia: i nuovi giovani acquisti che stanno dando nuovo vigore e nuovo
entusiasmo al gruppo. Bravi perciò Igor, Paolo, Sara. E un altrettanto caloroso
elogio va fatto ai nuovi acquisti anziani: Damiano e Giorgio che, vincendo
preconcetti e resistenze, hanno messo in gioco se stessi assolvendo in modo
diligente e apprezzabile il loro compito.
E non può essere dimenticata la vecchia guardia, che
ha avuto la costanza di perseverare nell’impegno per ben 20 anni, spesso
facendo sacrifici e rinunce. Ed è d’obbligo nominarli: Gibo, attore arruffone
ma simpatico e accativante; Roberto essenziale nella sua qualità di tecnico e
sporadicamente di attore, Barbara, attrice eclettica ed efficace; Giusy, ottima
interprete con grandi doti imitative, attuale presidente e motore della
Compagnia; ed infine i due mattatori della Compagnia, nati per stare sulla
scena con una intesa perfetta e una recitazione totale, attori che tutte le
compagnie ci invidiano; senza dimenticare il regista e autore dei testi Mario
Deiana.
Passat su
tempus e semper at a passare, (scrive
Salvatore Cambosu di Orotelli
autore del famoso libro “Miele Amaro”) ma totu torrat e at a torrare… Torrat sa
castanza, sa melachidonza, su binu nou… Totu torrat e at a torrare fintzas
cando nois no amus a esser pius bios, ma b’at a esser s’alvure chi amos
piantadu… Sa cosa zusta est de lassare bonos ammentos comente a unu chi at fatu
crachi cosa pro mezorare su mundu.
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